Autenticità, radici, paesaggio, famiglia e appartenenza. Sono solo alcuni dei profondi messaggi emersi dai video partecipanti al concorso “Ci sto bene”, promosso dalla Fondazione Welfare Dolomiti. Un’iniziativa che ha dato voce ai giovani, invitandoli a raccontare con originalità e sincerità cosa significa vivere – o tornare a vivere – nella provincia di Belluno.
La cerimonia di premiazione si è tenuta giovedì 26 giugno, nella suggestiva cornice del Palazzo dei Rettori di Belluno. Oltre una ventina i partecipanti che hanno scelto di mettersi in gioco attraverso la creazione di video personali, capaci di esprimere un legame profondo con il proprio territorio: un patrimonio fatto di montagne, natura, tradizioni, affetti e desiderio di futuro.
Un concorso contro lo spopolamento
L’obiettivo dell’iniziativa è chiaro: contrastare lo spopolamento del Bellunese, una delle missioni centrali della Fondazione. Per farlo, si è partiti proprio dai giovani, da chi conosce e vive il territorio ogni giorno. Ascoltare le loro voci significa gettare le basi per costruire una comunità più consapevole, resiliente e con nuove prospettive.
I vincitori
La giuria ha assegnato due primi premi ex aequo a Elisa Maria Imperatore e Alice Manera, per la profondità dei loro racconti e delle visioni personali.
Il secondo premio è andato a Gioele Frescura, mentre il terzo è stato assegnato a Ilaria Sossai.
Due menzioni speciali sono state attribuite a Andrea Del Favero e Federico Galeazzi, per la qualità tecnica e narrativa delle loro opere.
Una giuria d’eccezione
A valutare i video in concorso:
- Francesca De Biasi, presidente della Fondazione Welfare Dolomiti
- Sonia Bridda, membro del Consiglio di Amministrazione
- Denise Casanova
- Donatella De Pellegrin
- Francesco Clerici, regista
“Avete saputo dare voce a un territorio che spesso parla sottovoce” – ha commentato Sonia Bridda – “L’ambiente montano emerge come luogo d’identità, le Dolomiti come patrimonio vivo. Le vostre opere raccontano con onestà la bellezza e le difficoltà del vivere qui, ma anche la forza delle tradizioni e della resilienza di chi sceglie di restare.”
Un percorso che parte da lontano
Il concorso si inserisce in un percorso più ampio che da anni coinvolge attivamente le nuove generazioni.
Nel 2020, è stato chiesto ai giovani di realizzare il logo della Fondazione, tuttora in uso, che sintetizza i valori del territorio: montagna, natura, solidarietà, ecologia e famiglia.
In un’altra iniziativa, è stata condotta un’indagine su 1.600 persone (dai 16 agli 88 anni) e su 50 giovani bellunesi espatriati, per comprendere le motivazioni che spingono a restare o partire.
Dalla ricerca è emerso che si resta per l’attaccamento al paesaggio, ai valori e alla qualità della vita, ma si parte per la mancanza di opportunità lavorative, mobilità e servizi.
La fascia più critica è quella tra i 16 e i 18 anni, dove prevale il desiderio di andarsene, seguito da un aumento dell’incertezza negli anni successivi.
“È proprio su questa fascia che dobbiamo lavorare” – ha dichiarato Francesca De Biasi – “ascoltando i giovani e creando le condizioni per un futuro possibile, qui.”